L'armata Perduta Di Re Cambise Songtext
Murubutu
von L'Uomo Che Viaggiava Nel Vento (E Altri Racconti Di Brezze E Correnti)
L'armata Perduta Di Re Cambise Songtext
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Nel silenzio, che rincanta, una voce canta stanca
Segue il senso, della sabbia, giunse lento e scaldò l'aria
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo svanì
(Scivola, simula, cala poi sibila, sale su obliquo e ricopre ogni linea)
Il sole era già sceso da tempo sulle sfingi egizie
Quando Cambise decise di annettere e prendersi tutte le terre limitrofe
Solo un'ultima tappa resisteva all'ascesa del figlio di Ciro, un'oasi ricca di datteri e acqua là sulla lunga Valle del Nilo Dopo aver superato il Sinai e sì, sino a lì piegato ogni stato
Segue il senso, della sabbia, giunse lento e scaldò l'aria
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo svanì
(Scivola, simula, cala poi sibila, sale su obliquo e ricopre ogni linea)
Il sole era già sceso da tempo sulle sfingi egizie
Quando Cambise decise di annettere e prendersi tutte le terre limitrofe
Solo un'ultima tappa resisteva all'ascesa del figlio di Ciro, un'oasi ricca di datteri e acqua là sulla lunga Valle del Nilo Dopo aver superato il Sinai e sì, sino a lì piegato ogni stato
Dopo aver ucciso il faraone e trucidato il toro sacro
Lui Cambise, non pago, con un solo cenno del capo ordinò di radere al suolo e mettere a fuoco il noto luogo dell'oracolo di Amon
(Giunse dal vuoto al tramonto di fuoco e travolse col suono ogni corpo sul suolo)
E fu la brama di un re sadico, avido di potere teocratico
O per vendetta sull'oracolo magico che volle prevederne il baratro
Ma una volta giunto a Tebe divise le truppe in due gruppi, due schiere
Poi spinse la prima verso Nubia, l'altra verso Cirene
Avanzava ignara la carovana umana frustata dalla lama dell'afa
In un deserto aperto una nenia berbera suonava lontana
Cinquantamila tra mercenari elamiti, greci, fenici
Marciavano verso i confini uniti alla stessa armata persiana
Come al centro, di una danza, sale in cerchio l'aria calda, giunse il vento, sulla landa, li travolse e volse all'alba
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo sparì
(Scivola, simula, cala e poi sibila, sale su obliquo e ricopre ogni linea)
Quando avvertirono il primo soffio da sotto i soldati non ne
Ebbero cura
Erano veterani del deserto esperti, abituati ad afa ed arsura
Ma dopo sette giorni di marcia fra le secche di sabbia
Videro l'oceano bianco mutare faccia sull'altura di ogni duna
Conoscevano i rischi delle spire del mare di sabbia fine
Le colline che si aprivano creando slavine improvvise fra le file
Le lande di rena sottile che inghiottivano vite a decine
L'ordine di proseguire fece fuggire le stesse guide beduine
(Giunse dal vuoto al tramonto di fuoco e travolse al suo suono ogni corpo sul suolo)
Ardeva il mare bianco solcato da sciami di grani fini
Scambiato nell'abbaglio del sole alto come soffio calmo del ghibli
Ma il cielo si fece viola in un'ora per la sabbia in sospensione
Procedendo da ogni roccia erosa all'invasione di nasi e gole
I primi morti avvolti dalla furia dei forti vortici fra i manti, i salti e i calci delle bestie rese folli, liberatesi dai carichi
I soldati caddero esanimi, in molti sepolti dai grani bianchi
Il silenzio dei corpi sotto le nuove forme ridisegnate dal khamsin
Nel silenzio, che rincanta, una voce canta stanca
Segue il senso, della sabbia, giunse lento e scaldò l'aria
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo svanì...
Lui Cambise, non pago, con un solo cenno del capo ordinò di radere al suolo e mettere a fuoco il noto luogo dell'oracolo di Amon
(Giunse dal vuoto al tramonto di fuoco e travolse col suono ogni corpo sul suolo)
E fu la brama di un re sadico, avido di potere teocratico
O per vendetta sull'oracolo magico che volle prevederne il baratro
Ma una volta giunto a Tebe divise le truppe in due gruppi, due schiere
Poi spinse la prima verso Nubia, l'altra verso Cirene
Avanzava ignara la carovana umana frustata dalla lama dell'afa
In un deserto aperto una nenia berbera suonava lontana
Cinquantamila tra mercenari elamiti, greci, fenici
Marciavano verso i confini uniti alla stessa armata persiana
Come al centro, di una danza, sale in cerchio l'aria calda, giunse il vento, sulla landa, li travolse e volse all'alba
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo sparì
(Scivola, simula, cala e poi sibila, sale su obliquo e ricopre ogni linea)
Quando avvertirono il primo soffio da sotto i soldati non ne
Ebbero cura
Erano veterani del deserto esperti, abituati ad afa ed arsura
Ma dopo sette giorni di marcia fra le secche di sabbia
Videro l'oceano bianco mutare faccia sull'altura di ogni duna
Conoscevano i rischi delle spire del mare di sabbia fine
Le colline che si aprivano creando slavine improvvise fra le file
Le lande di rena sottile che inghiottivano vite a decine
L'ordine di proseguire fece fuggire le stesse guide beduine
(Giunse dal vuoto al tramonto di fuoco e travolse al suo suono ogni corpo sul suolo)
Ardeva il mare bianco solcato da sciami di grani fini
Scambiato nell'abbaglio del sole alto come soffio calmo del ghibli
Ma il cielo si fece viola in un'ora per la sabbia in sospensione
Procedendo da ogni roccia erosa all'invasione di nasi e gole
I primi morti avvolti dalla furia dei forti vortici fra i manti, i salti e i calci delle bestie rese folli, liberatesi dai carichi
I soldati caddero esanimi, in molti sepolti dai grani bianchi
Il silenzio dei corpi sotto le nuove forme ridisegnate dal khamsin
Nel silenzio, che rincanta, una voce canta stanca
Segue il senso, della sabbia, giunse lento e scaldò l'aria
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo svanì...
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