Faust Songtext
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Per fuggire al destino
ed avere di più,
ora chiuso sotto vetro, l'anima.
La mia mano fremeva,
invocando la notte,
trascinato dalle correnti,
vedo riva e mi allontano.
E ho mangiato le ore,
affamato come mai,
ed avere di più,
ora chiuso sotto vetro, l'anima.
La mia mano fremeva,
invocando la notte,
trascinato dalle correnti,
vedo riva e mi allontano.
E ho mangiato le ore,
affamato come mai,
consumando senza amore,
tutto il meglio di me.
E ho risposto col ghiaccio,
al calore bruciante,
delle lacrime dell'inferno sorridente.
E ho fatto passi da gigante,
inchiodato al suolo
E nudo mi son svegliato coperto d'oro.
Guardando dall'alto di un castello di sabbia,
potevo sentirmi potente come un Dio,
ma al primo lampo, alla prima pioggia,
immerso nel fango, al freddo nel buio,
la notte è sembrata non finire mai.
Dei sogni rimangono solo brandelli,
del mio potere inutile neppure quelli.
E ogni singolo giorno che passa,
ogni storia perduta che era mia,
mi ricordano il pezzo di cuore che ho dato via, nemmeno una sola carezza che possa salvarmi,
o un faro che nella tempesta io possa vedere.
Non sento rumori dal mondo,
un nodo mi chiude il respiro,
ma anche se al fondo del fondo,
comunque io vivo.
Ed ora vorrei tutte quelle rose,
ferirmi la carne versando sangue più delle spade.
Che sia maledetto il mio nome,
ma se ancora per poco respiro,
anche se al fondo del fondo,
comunque io vivo.
(Grazie a Angelo Sebastian per questo testo)
tutto il meglio di me.
E ho risposto col ghiaccio,
al calore bruciante,
delle lacrime dell'inferno sorridente.
E ho fatto passi da gigante,
inchiodato al suolo
E nudo mi son svegliato coperto d'oro.
Guardando dall'alto di un castello di sabbia,
potevo sentirmi potente come un Dio,
ma al primo lampo, alla prima pioggia,
immerso nel fango, al freddo nel buio,
la notte è sembrata non finire mai.
Dei sogni rimangono solo brandelli,
del mio potere inutile neppure quelli.
E ogni singolo giorno che passa,
ogni storia perduta che era mia,
mi ricordano il pezzo di cuore che ho dato via, nemmeno una sola carezza che possa salvarmi,
o un faro che nella tempesta io possa vedere.
Non sento rumori dal mondo,
un nodo mi chiude il respiro,
ma anche se al fondo del fondo,
comunque io vivo.
Ed ora vorrei tutte quelle rose,
ferirmi la carne versando sangue più delle spade.
Che sia maledetto il mio nome,
ma se ancora per poco respiro,
anche se al fondo del fondo,
comunque io vivo.
(Grazie a Angelo Sebastian per questo testo)
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